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L'alternativa

Data: 09-11-2023, in Commenti al Vangelo

Domenica 12 novembre - fra Ermes Ronchi

«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. (...)Matteo 25,1-13

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L'ALTERNATIVA

Cosa sia l'olio delle lampade non lo sappiamo. Sappiamo però che ha a che fare con la luce e col fuoco: in fondo, è saper bruciare per qualcosa o per Qualcuno. L'alternativa tra vivere accesi o vivere spenti.

Il Regno di Dio è simile a dieci ragazze avvolte solo di un po' di luce, di quasi niente, di un coraggio che basta solo al primo passo.

Il regno di Dio è simile a dieci piccole luci nella notte, temerarie quanto precarie. Simile a qualche seme nella terra, a una manciata di stelle nel cielo, a un pizzico di lievito nella pasta. Ma solo cinque di loro, saggiamente, hanno portato l'olio, e saranno così le custodi della luce; invece le altre cinque, portano il loro vaso quasi vuoto, vivendo solo del presente. Hanno una vita vuota, presto spenta.

Cosa sia l'olio delle lampade non lo sappiamo. Sappiamo però che ha a che fare con la luce e col fuoco: in fondo, è saper bruciare per qualcosa o per Qualcuno. L'alternativa tra vivere accesi o vivere spenti.

Nella parabola nessuno fa una bella figura: lo sposo che con il suo ritardo mette in crisi tutte le ragazze; le cinque stolte che non hanno pensato a un po' d'olio di riserva; le sagge che si rifiutano di aiutare le compagne; il padrone che chiude la porta di casa: non si faceva, perché tutto il paese partecipava alle nozze, entrava e usciva dalla casa in festa.

Eppure è bello questo racconto, bello questo Regno di Dio simile a dieci ragazze che sfidano il buio per andare incontro a qualcuno.

Il Regno dei cieli, come Dio lo sogna, è simile a chi va incontro, simile a gente coraggiosa che si mette per strada comunque con l'attesa nel cuore, perché aspetta “uno sposo”, un po' d'amore dalla vita, lo splendore di un abbraccio in fondo alla notte. Ci crede.

Ma tutte si addormentarono, le stolte e le sagge. Perché la fatica del vivere, la fatica di bucare le notti, ci ha portato tutti a momenti di abbandono, a sonnolenza, forse a mollare.

Il punto di svolta del racconto è un grido, è quella voce nel buio della mezzanotte, capace di risvegliare la vita. Che rivela non tanto la mancata vigilanza (si addormentano tutte, sagge e stolte, tutte ugualmente stanche) ma la mancata luce: Dateci un po' del vostro olio perché le nostre lampade si spengono... La risposta è dura: no, perché non venga a mancare a noi e a voi. Andate a comprarlo! Matteo non spiega cosa simboleggi l'olio. Ma è sicuramente qualcosa che non può essere né prestato, né diviso. Il senso profondo di queste parole è un richiamo alla responsabilità: un altro non può amare al posto mio, essere buono o onesto al posto mio, desiderare Dio per me. Se io non sono responsabile di me stesso, chi lo sarà per me?

Io non sono la forza della mia volontà, non sono la mia capacità di resistere al sonno, io sono la capacità ascolto di quella Voce, che, anche se tarda, di certo verrà a consolarmi, a disegnare proprio per me un mondo colmo di incontri e di luci.

A me, in fondo, serve solo un piccolo vaso d'olio.

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