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Questioni di leggerezza

Data: 06-07-2023, in Commenti al Vangelo

Dom XIV anno A - p. Ermes Ronchi - 9 luglio

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza (...) Matteo 11,25-30

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QUESTIONI DI LEGGEREZZA

Il posto vuoto dei grandi lo riempiono pescatori, poveri, malati, vedove, bambini, pubblicani. I preferiti di Dio. I piccoli a cui si è rivelato. 

Il Battista è in carcere, in Galilea crescono rifiuto e ostilità, i miracoli di Cafarnao e di Betsaida non convertono nessuno, eppure, nel pieno della crisi, Gesù benedice il Padre, fermandosi improvvisamente come incantato davanti ai suoi, ai piccoli.

In quell'aria di sconfitta, si apre uno squarcio inatteso che lo riempie di gioia: Padre, ti benedico, ti rendo lode, ti ringrazio, perché ti sei rivelato ai piccoli. Gesù non se l'aspettava e si stupisce della novità; la meraviglia lo invade e lo senti felice.

I piccoli sono coloro che ce la fanno a vivere solo se qualcuno si prende cura di loro. Dio è vicino a ciò che è piccolo, ama ciò che è spezzato. Quando gli uomini dicono: "perduto", egli dice: "trovato", quando dicono: "condannato", egli dice: "salvato!" (Bonhoeffer). Il posto vuoto dei grandi lo riempiono pescatori, poveri, malati, vedove, bambini, pubblicani. I preferiti di Dio. E per entrare pienamente nel mistero Suo vale più un'ora passata dentro il mondo di uno di questi piccoli, che anni di studi di teologia.

Ti voglio bene, mio Dio, perché hai rivelate queste cose ai piccoli... di quali cose si tratta?

Un piccolo, un bambino capisce subito l'essenziale: se gli vuoi bene o no. In fondo è questo il segreto della vita buona, e non ce n'è un altro. Voi valete più di molti passeri, ha detto l'altra domenica, voi avete il nido nelle sue mani. Allora venite a me, voi stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.

La pace si sceglie. La pie­nezza della vita si impara. E a vivere si impara, sceglien­do il cuore di Dio, alla cui scuola andava la vita di Gesù; quest'uomo senza poteri, li­bero come il vento, leggero come la luce, dignitoso e nobile, che nulla e nessuno ha mai potuto piegare.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Non un nuovo sistema di pensiero, ma il ristoro, il conforto del vivere. Le nostre prediche, i nostri tanti incontri devono raccontare la speranza, altrimenti sono la tomba della domanda dell'uomo e della risposta di Dio. Invece là dove le domande dell'uomo e la bellezza del Dio di Gesù si incontrano, lì esplode la vita.

Il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero: il giogo, nella Bibbia, indica la Legge, e la legge di Gesù è l'amore. Prendetelo su di voi! L’amore è un re leggero, un tiranno amabile, instancabile nel generare, curare, rimettere in cammino.

Non è difficile Dio: sta al fianco di chi non ce la fa, porta quel pane d'amore di cui ha bisogno ogni cuore. Io non amerò un Dio generico, amerò il Padre di Gesù Cri­sto, l'Abbà, e lo amerò come figlio, come uno dei piccoli a cui si è rivelato. E poi non farò altro, perché: “attraverso il riposo e la pace del vostro cuore, in migliaia attorno a voi saranno salvati, e troveranno ristoro” (A. Louf).