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Tra due amori, gli angeli

Data: 03-03-2022, in Commenti al Vangelo

domenica 6 marzo - fra Ermes Ronchi

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo"» (...)Luca 4,1-13

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TRA DUE AMORI, GLI ANGELI

 La tentazione è sempre una scelta tra due amori. E Gesù risponde allo spirito del male dalla grande fantasia, che non gli angeli, ma «la Parola opera in voi che credete».

Dal deserto di pietre al giardino del sepolcro vuoto, fresco e splendente nell'alba. E’ questo il percorso della Quaresima. Non penitenziale, quindi, ma vitale. Dalle ceneri sul capo, alla luce mattinale di Pasqua.

Deserto e giardino sono immagini bibliche che accompagnano la storia e i sogni di Israele: contengono un progetto di salvezza integrale che avvolgerà tutto, umanità e creature, che insieme compongono lo stupendo arazzo della creazione.

Con la Quaresima ci avviamo lungo un percorso di gemme, non di sacrifici. L'uomo non è polvere o cenere, ma figlio di Dio e simile a un angelo (Eb 2,7) e la cenere posta sul capo non è segno di tristezza ma di nuovo inizio: la ripartenza della creazione e della fecondità, che ricomincia un’altra volta  dal quasi niente che rimane fra le mani.

“Buttati giù, e Dio manderà i suoi angeli a portarti. Mostra a tutti un Dio falso che smonta e rimonta la natura e le sue leggi, a piacimento, come fosse il suo giocattolo; dimostra che è un’assicurazione contro gli infortuni della vita, che ti protegge dalla fatica di avanzare passo passo, e talvolta nel buio. Di' a questa pietra che diventi pane. Trasforma le cose in beni di consumo, riduci a merce anche i sassi, metti tutto a servizio del profitto”. La tentazione è sempre una scelta tra due amori. Le parole del Nemico, disegnano in filigrana un essere umano che può a suo piacimento usare e abusare di tutto ciò che esiste. E così facendo distrugge e divora, anziché «coltivare e custodire» (Gen 2,15).

Eppure quando invece di angeli vengono la malattia, un fallimento, la morte, ci domandiamo: perché Dio non interviene? Dove sono gli angeli che ha promesso? Allora ognuno è tentatore di Dio: fammi, dammi, risolvi i miei problemi, manda angeli.

Buttarsi nel vuoto e aspettare un volo d'angeli, non è fede, ma la sua caricatura: cercare il Dio dei miracoli, il bancomat delle grazie, colui che agisce al posto mio invece che insieme con me, forza della mia forza, luce sul mio cammino.

Gesù risponde “Io non forzo miracoli. Io so che Dio è presente, ma a modo suo, non a modo mio. Lui è già in me, forza della mia forza”. Invia angeli ogni giorno nelle persone buone, che portano non ciò che io desidero, bensì ciò di cui, forse a mia insaputa, ho davvero bisogno. Angeli mi sono attorno, con occhi di luce.

Dio è qui, intreccia il suo respiro con il mio, la sua vita con la mia, e allora so che avrò tutto ciò che mi serve davvero: tanta forza quanta ne basta al primo passo, tanta luce quanta ne serve per il primo buio.

Gesù non ha cercato il potere e non si è mai fatto comprare da nessuno. E chi vuole essere come lui, non si inginocchierà davanti a nessuno, ma sarà servitore di tutti. E allora risponde allo spirito del male dalla grande fantasia, che non gli angeli, ma «la Parola opera in voi che credete» (1Ts 2,13). Perché Dio interviene con il miracolo umile e tenace della sua Parola, lampada ai miei passi; pane alla mia fame.

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