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...e sia bello come un sogno

Data: 18-11-2021, in Commenti al Vangelo

Domenica 21 novembre - Cristo Re - p. Ermes Ronchi

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». (...) Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Giovanni 18,33b-37

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…E SIA BELLO COME UN SOGNO

La verità non si racconta, non si dimostra come fosse un teorema; si mostra, con scelte e rifiuti, con gesti e martirio. A volte con silenzi. 

Uno di fronte all'altro. L’uomo del potere e l’uomo della libertà.

Pilato incarna il fascino del potere e della paura insieme, tanto che per paura consegnerà Gesù alla morte. Gesù invece incarna sulla sua pelle quella libertà che scaturisce dalle risposte, così nitide e franche. Allora chi è più uomo? 

Un prigioniero e il governatore, i due estremi della scala del potere; colui che detiene nella mano la bilancia della giustizia e la spada, e colui che invece è solo un po' di polvere sulla bilancia. Essi si misurano su ciò che più li rende lontani e opposti.

“Dunque, tu sei re?” Ed è il prigioniero, inerme e mitissimo, a lanciare una sfida al cuore del potere. «Io sono re, ma non in questo mondo». Come per dire: un'altra è la verità della storia, e tu non la conosci.

Le parole greche originarie suonano così: io sono il martire della verità. E che cos'è la verità? Non un’idea, ma una vita.

La verità non si racconta, non si dimostra come fosse un teorema; si mostra, con scelte e rifiuti, con gesti e martirio. A volte con silenzi, con i soli e solitari esempi di cui anche la bibbia trabocca.

Gesù è un re che non ha mai abitato nelle regge. Una sola volta ci è andato, e per essere condannato a morte. Non ha mai portato armi né arruolato eserciti.

Non manda a morte nessuno per lui, ma muore lui per tutti. Il suo primo trono fu una greppia, l'ultimo, la croce, dalla quale non ha voluto scendere anche se lo poteva fare. È stato tentato dal potere e da tutte le mie stesse tentazioni, e ha detto di no. E’ l'unico che ha detto di no.

I regni di quaggiù si combattono ancora oggi, e l'essenziale è sempre vincere, ma Lui cambia rotta: nel mio Regno l'essenziale è dare. Il dono, e non la rapina, è il perno della storia.

“Metti via la spada!”, ha detto a Pietro, altrimenti la ragione sarà sempre del più forte. Sono venuto a portare libertà ai prigionieri, luce ai ciechi, ai poveri che sono i principi del mondo; gioia ai costruttori di vita, sono loro i veri signori della terra.

«Per questo sono nato, per testimoniare il volto d’amore di Dio». Cristo è re per questa verità, e non dispone di terre e di eserciti, non dirige tempeste, stelle od oceani, ma possiede e comanda con una sola legge: amatevi.

Un re che non ha mai ingannato nessuno, il suo parlare era sì, sì; no, no. È l'unico re che ha detto la verità, e anche per questo il suo Regno non può essere di questo mondo. E’ re perché genera umanità; perché innesta bisogni inediti, crea una tensione a fiorire, perché sta dalla parte dell'umano contro il disumano imperante.

Venga il tuo Regno, Signore, e sia bello come i sogni, sia intenso come le tue lacrime versate per costruirlo.

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