...
Tieniti aggiornato, iscrivendonti alla nostra Newsletter!
Accettare le condizioni prima di confermare!

Convento S. Maria del Cengio

Il Cengio

Talitha Kum

Casa dei Sentieri

Eremo S. Maria

Servi di Maria

Mendicando luce

Data: 21-10-2021, in Commenti al Vangelo

Domenica 24 ottobre - p. Ermes Ronchi

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». (...) E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato» (...).Marco 10, 46-52

commento per i social

MENDICANDO LUCE

Anche noi, brancolanti nel buio, almeno una volta, dietro al Vangelo, abbiamo lasciato i nostri angoli bui, e forse, quando ci siamo buttati in volo, si sono aperte strade di luce, sotto ali che non sapevamo di avere.

Siamo tutti, come Bartimeo, dei mendicanti di luce seduti ai bordi della strada, mentre la vita ci scorre a fianco. Seduti, perché tanto ogni strada si equivale, e molte non portano da nessuna parte.

Un mendicante cieco. Cosa c'è di più perduto e inutile alla storia, di più naufrago nella vita? 

Un ritratto tracciato con tre drammatiche pennellate: cieco, mendicante, solo. Con la folla a fare muro sul suo grido: taci! Il tuo dolore è fuori luogo!

Terribile pensare che davanti a Dio la sofferenza sia inopportuna, che il grido sia una nota stonata.

La folla lo sgrida, perché i poveri disturbano, sempre: ci fanno un po' paura, sono là dove noi non vorremmo mai essere, sono il lato doloroso della vita, ciò che temiamo di più come una malattia.

Ma è proprio sulla povertà dell'uomo che si posa sempre il primo sguardo di Gesù; non sulla moralità di una persona, ma sul suo dolore che quindi grida ancora di più.

Solo e al buio, grida la sua disperata speranza. Un grido viscerale, che sale da ciò che ognuno ha di più profondo e carnale. Il grido è più che parola, ha dentro corpo, ener­gia, dolore, bisogno. È del bambino che nasce, del morente in croce che urla al cielo e alla terra il buio che ha nel cuore. 

Finché c'è un grido, la speranza ha la sua casa.

Ed ecco dalla folla sorgere tre paro­le: coraggio, alzati, ti chiama. E tutto sembra eccessivo, esagerato. Coraggio! Il Bartimeo guarito si fa irruente e balza in piedi, getta il mantello, lascia ogni sostegno, le mani avanti, verso quella voce che lo chiama, guidato, stregato da quella Parola che ancora vibra nell'aria. E come lui anche noi ci orientiamo al buio, andiamo avanti senza certezze assolute fidandoci solo della sua Voce, captata con ansia e finezza di cuore.

Che cosa vuoi che io ti faccia? Signore, che io veda!

E che cosa mai vuole vedere? Non i paesaggi o la polvere dorata della Palestina, il mendicante di luce vuole una strada.

La fede è questo: un eccesso, un di più illogico e meravigliosamente bello, una strada costellata di luce nel buio della notte.

Bartimeo vede l'uomo Gesù, vede il suo Vangelo che sarà per lui come «Un sole che sorge dall'alto» (Luca 1, 78), una via cui affidarsi. E guarisce come uomo, prima che come cieco. Guarisce nella voce che lo accarezza. Qualcuno si è accorto di lui, qualcuno lo ama e lo tocca con la voce, e lui esce grondante e felice dal suo naufragio umano.

L'ultimo comincia a riscoprirsi uno come gli altri, e la sua vita si riaccende perché è l’amore a chiamarlo.

Sentire che qualcuno ci ama rende fortissimi.

Anche noi, brancolanti nel buio, almeno una volta, dietro a una parola di Vangelo, abbiamo lasciato i nostri angoli bui, la vita seduta, le vecchie strade e forse, quando ci siamo buttati in volo, si sono aperte strade di luce, sotto ali che non sapevamo di avere.

VAI AL COMMENTO PUBBLICATO SU AVVENIRE

puoi leggerlo qui